Si riprende a leggere. Il direttore ha sulla sua scrivania due nuovi libri. “On the road” di Jack Kerouac e “Storie di Ordinaria Follia” di Charles Bukowski. Tra di loro il nuovo numero di Vogue Uomo con Colin Firth in copertina e con la visione dell’evoluzione dell’economia di Thomas Piketty e la proposta di un’imposta sul patrimonio a livello mondiale per livellare le disparità di status.
E’ sempre particolare l’odore di un libro nuovo. Se è poi regalato acquista anche un sapore differente. Gli ospiti delle Saline ne lasciano sempre uno qui nel Free Book Corner della Reception dove campeggia stampato uno dei motivi per cui leggere “Un libro è un ottimo antirughe. Ti protegge dal sole e ti mantiene giovane“. Sarà che una delle nostre domande è scoprire sempre i gusti letterari dei nostri ospiti e chiedere cosa leggono o amano leggere, ci si ritrova con numerosi libri in una dozzina di idiomi differenti: Courtney Miller Santo con Der Oliven Hain, Nora Roberts con Wild Hearts, Andrea Camilleri con Der Kavalier der spaten Stunde, Nicole Vosseler con Das Herz der Feuerinsel, Joanna Chmielewska con Kolodtsy Predkov, Eric Emmanuel Schmitt con Dva Gospodina nie Brjusselja, Mirjam Mous con Boy 7 e Room 27, Akli Tadjer con Bel-Avenir, Cody Mcfadyen con Die Blutlinie der Todeskunstler, Lucinda Riley con Orkideens hemmelighet, Jacques Berndorf con Der Letze Agent, Ruth Rendell con Die Unschuld des Wassers, Danielle Steel con A Good Woman, Rainer Wekwerth con Das Labyrinth Erwacht, Sharon Bolton con Blut Ernte, Ken Follett con Die Kinder Von Eden, Lucinda Riley con Den Italienske jenta, Nicolas Barreau con Du Findest Mich Am Ende der Welt, Dan Brown con La Conspiracion, etc…etc… Anche qualcosa di italiano: Gino Strada, Buskashi.
Anime piene di stelle cadenti, come diceva Victor Hugo. Sono queste le persone che cerchiamo di portare tra le ville della struttura turistica e sotto gli alberi del Malì Beach Bar. Anime preziose, eleganti e rispettose del lavoro di giovani che stanno condividendo con entusiasmo e passione un progetto importante. Ecco Giulia, il turcimanno degli ospiti e degli stakeholders. La vedete con il suo inglese perfetto regalare sempre un sorriso sincero all’ospite di turno. Si sente viva lavorando. Ecco Abdelgani il guerriero delle Saline, tra giardini, problemi idraulici ed elettrici, tra le mille richieste di sistemazioni, televisioni, scaldini, lavatrici, aria condizionata, cassaforte. Sempre con un sorriso forte e sincero e pronto a regalare il suo bel “buongiorno”. Ha insegnato anche all’altro manutentore, Mihai, a salutare e sorridere. Ed eccoli passare con il Fiorino logato sorridendo e con la mano destra alzata per salutare. Il dolce buongiorno è quello che nasce anche dagli sguardi e dai sorrisi di Francesco, Chiara, Vera e Valentina con gli ospiti del Malì. O da Carletto che esce dalla cucina e saluta. Buongiorno, buonasera. Un sorriso. E’ molto semplice la vita. E spesso ama concentrarsi in un saluto.
E’ da tempo che la lettura di nuovi libri ha preso il posto della nostra scrittura dal Resort Le Saline e dalla sua naturale protuberanza, il Malì Beach Bar. C’è tempo giusto per leggere qualcosa in quella mezz’oretta di pausa che ci si riesce a ritagliare. Tanto lavoro in questo mese, da togliere l’aria, giorno e notte. Un salasso nel vero senso della parola, e non nel dispendio di soldi, ma in quello di energie, mentali e fisiche. Sanguinem laxare, dal latino, far scorrere il sangue. Ma che ben venga nel significato del napoletano “buttare il sangue, faticare”. Che cosa era il salasso nell’antichità? Un rimedio medico di grande successo: sottrarre sangue al paziente attraverso l’incisione di vasi sanguigni o applicando sanguisughe. Medici, tanti medici tra gli ospiti “saliniani”: ultimo il gentile Javier con la moglie ed i suoi figli in Villa Barrettini. Serio, riservato, con un tono di voce molto rilassante, ama parlare della vita e si intrattiene spesso a parlare con lo staff. Un’anima piena di stelle cadenti. E’ stato a San Pantaleo, il paese delle rocce, seguendo uno dei nostri consigli. Ed ha amato Porto Rotondo fermandosi a mangiare seguendo il nostro consiglio da Paramare, ai piedi della sublime Piazzetta della Rudalza. “Muchas gracias a vosotros. Hemos estado muy a gusto. Un verdadero placer. Nos vemos el proximo ano. Un abrazo”, il suo ultimo messaggio prima di ripartire.
San Pantaleo rappresenta oggi una delle scoperte più gradite dai nostri ospiti: passeggiare tra le stradine piene di localini e studi artistici è un piacere e sembra quasi di essere comparse di un film che si sta girando. I vicoletti pullulano di curiosi, artistetti di ultima generazione ma anche di vecchia, turisti alle prese con un buon vino. Soprattutto nella piazzetta principale dove c’è la semplice Chiesetta, il Caffè Nina con i suoi prodotti tipici e il suo particolare arredamento. E’ carina anche la copertina rossa che questo Caffè fornisce ai suoi clienti nelle serate ventilate o fredde di aprile, maggio e credo, di settembre e ottobre. A lato l’arte di Gianfranco Salis, ospite con le sue sculture anche in una delle serate spagnole al Malì Beach Bar. Da vedere è sicuramente il mercato dell’artigianato che si tiene ogni giovedì mattina.
“Unconcerned but not indifferent”. Noncurante ma non indifferente. L’epitaffio sulla tomba di Man Ray a Montparnasse ci fa pensare. Questo mese di Agosto ha visto predominare i russi. Le ville hanno appreso il cirillico e noi un po’ con loro. Bolsoe Spasibo.
Porto Rotondo è splendida. Si percepisce la fondazione veneziana dai ponticelli come se fosse una laguna e dalle tante piccole piazzette, gioiellini nascosti tra un via vai di vicoletti. Fondata dai due nobili veneziani Luigino e Nicolò Donà Delle Rose alla fine degli anni Cinquanta, Porto Rotondo accoglie il visitatore tra i suoi calli e campielli con una Piazza San Marco e lo Yachting Club che ha scelto come simbolo rappresentativo un Leone di San Marco che stringe tra le zampe l’insegna dei quattro mori, il simbolo della Sardegna. Un aperitivo serale a Piazza della Rudalza e cena da Paramare. Relax e benessere. Soprattutto se in buona compagnia. Un passaggio ammirevole dell’occhio sulla particolare Chiesa di San Lorenzo, caratterizzata dal granito locale e ornata da sculture di legno di pino proveniente dalla Russia. Per quanto riguarda invece il nuovo teatro all’aperto di Porto Rotondo, riprende sempre il granito tipico della costa ma è abbellito con il legno di ginepro. Porto Rotondo, l’eleganza d’animo. Porto Cervo l’arricchimento. Tra i due paesi c’è la stessa differenza che c’è tra un ricco ed un arricchito. Sensibilità ed eleganza da un lato, presunzione e arroganza dall’altra.
Steve Wozniak, osa, reagisce, rischia. Fonda la Apple con Jobs, viene boicottato. “Mai fidarsi di un computer che non si può gettare fuori dalla finestra.” Il Macintosh è più di un computer. E’ uno stile di vita. E lo stile di vita è anche ciò che differenzia Porto Cervo da tutto il resto presente in Costa Smeralda. Uno stile di vita che oggi si è perso ed ha abbandonato quell’idea rincorsa e fondata nel 1960 dal principe Karim Aga Khan che sorvolando la costa di Arzachena ne rimase folgorato e comprò 5000 ettari di terreno fondando un consorzio per la trasformazione del territorio in un centro esclusivo di vacanza per i vertici del jet set internazionale. Il giovane Aga Khan affidò a tre architetti la creazione di un resort estivo con lo scopo di dare massima cura alla conservazione della natura: Luigi Vietti, Michele Busiri Vici e Jacques Couelle unirono la tradizione locale al coraggio e l’innovazione e così nacquero le case di Jacques e Savin Couelle, le costruzioni mediterranee di Michele Busiri Vici, le architetture razionaliste di Vietti e di Gerard Betoux. Il villaggio Porto Cervo, il complesso della Dolce Sposa, Hotel Pitrizza e Liscia di Vacca ed il gruppo di Ville Ramazzino sono tutti progetti di Luigi Vietti. Mi diceva una degli ospiti del Malì Beach bar che oramai il mito di Porto Cervo è finito, popolata solo da Russi e Arabi ha perso quell’idea originaria con la quale era nata per lasciare spazio al denaro senza cultura, arrogante e presuntuoso, poco incline alle arti che riempiono l’anima. Una delle cose più belle da ammirare è la chiesetta di Stella Maris del 1968 di Michele Busiri Vici, dal portale in bronzo, un’architettura spagnoleggiante e biancheggiante e dai preziosi interni come una Mater Dolorosa attribuita a El Greco e un organo del 1600.
Ritorniamo alle Saline. Una mezz’oretta appena da Porto Cervo. Villa Santa Maria questo mese ha visto avvicendarsi ben 6 famiglie differenti. Dall’Italia all’Ungheria passando per la Cina e la splendida avventura di Massimo, sardo doc ma da tanti anni uomo di business nel continente orientale con i suoi ristoranti. Anche l’Olanda con Joseph e la sua famiglia ha vissuto a pieno nelle Saline, fittando gli scooter e scorazzando tra le strade della Costa Smeralda. Ernesto e Giovanni con le loro due famiglie invece ci hanno riportato per qualche giorno in Campania, disperandosi per l’uscita del Napoli dalla Champions League. Ieri invece è arrivato Istvan dall’Ungheria con la moglie, la figlia e il fidanzato della figlia. Tremendi. Nonostante un upgrade gratuito hanno trovato da ridire sulla villa top di serie mostrandosi abbastanza scorbutici. Probabilmente sarà stato il viaggio o la stanchezza. Oggi sono più tranquilli ed Istvan ha appena finito di mostrarci il suo business: una sugar factory. Una delle poche rimaste in Europa dell’Est e precisamente a 200 Km da Budapest. Chi è poverino è il fidanzato della figlia costretto a fare da messaggero per qualsiasi comunicazione o necessità, H24, dalle otto di mattina a sera tardi. Un messaggero che porta pene…
Dalla FAO a Nairobi per Kevin che con Vivienne ed i suoi tre figli si è girato le isole in barca, ha vissuto il Malì ed i suoi aperitivi ed ha riempito di simpatia e battute improvvise l’area del Resort e della Reception.
Villa Budelli invece è stata la più vissuta: dalla famiglia svizzera di Mark, come cicloni impazziti, tra barche noleggiate, Kitesurf con Jason a Porto Pollo, cene al magnifico La Colti fino al mitico Pancrazio. anima piena di stelle cadenti, direttamente dal Ferratella Sporting Club, persona squisita, alla mano e di importante affabilità. Si è parlato dei clienti dello Sporting Club, dei suoi amici vecchi giocatori, dei suoi clienti e di business futuri. Si è parlato dell’eternamente magnifica Roma. “Ah farabutta” rimbalza tra gli stretti cunicoli della mente l’espressione di Gep Gambardella dalla Grande Bellezza. E nella mente le notti di pensieri e di relax, di amori e di chiacchiere, di stelle e di nuvole, di birre e vinelli in giro tra Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Campo Dei Fiori, Piazza Trilussa, Piazza del Pantheon… E poi infine, at last but not the least, Ahmed (e non leggete aspirando ma come se fosse una “C”) e la sua dialisi. Un personaggio egiziano, imprenditore nel campo dei cosmetici, uscito da chissà quale film, sempre di corsa, sempre con mille domande e cose da voler fare. E con una dialisi che non faceva dal 19 di Agosto per arrivare al 24 in condizioni pietose. Ed ecco le sue due figlie Nerveen e Nashwa chiamare il direttore di notte chiedendo aiuto. La prima ambulanza arrivare. La seconda incontro da Olbia per il primo soccorso. Un’intera notte in ospedale, a disposizione per il giorno dopo. Senza chiudere occhio. Ringraziamenti, una stretta di mano, l’obbligo a prenotarsi la prossima dialisi a Milano, in Francia o dovunque fossero andati e arrivederci. Si sono fatti il giro di tutti i luoghi più rinomati, dal Phi Beach alla V.I.P. Room, da Porto Cervo a Porto Rotondo. Il Phi Beach a Baia Sardinia è oggi uno dei luoghi più amati dai viveur di tutto il mondo che arrivano in svariati modi, per mare, per cielo e per terra, per la cena, aperitivo o semplicemente per la notte. Le notti al Phi Beach durano fino all’una dopodiché molta gente si sposta al particolarissimo Ritual: si tratta di una discoteca suddivisa in più sale e più scenari, quasi arroccata, tra dirupi e caverne, giochi di luce e cascate, scavata completamente nel granito. E’ dal 1969 che detta legge in vita notturna.
Eravamo rimasti in Egitto: molto simpatica la moglie di Ahmed, Eman, fashion designer che aiutata da Nerveen, esperta grafica ha un business tutto suo. Nashwa invece lavora per una importante televisione araba. Dal mondo fashion, dell’arte e della moda anche la meravigliosa Svetlana, in Villa La Maddalena, con la sua piccola Mascia. Croce e delizia dell’Estate alle Saline 2014. Un personaggio eccentrico e sopra le righe, taxi e trasfert a disposizione H24, migliaia di messaggi alla povera Giulia, posto “particolare” in spiaggia, raffica di desideri uno dopo l’altro senza sosta. Un ciclone impazzito a zonzo per la Costa Smeralda, per le Saline e sulla spiaggia del Malì. Odiata in principio, la più amata alla fine. Dopo Svetlana è stato il turno di Laurence e Bertrand con le loro due gemelline, impegnati per almeno sei ore al giorno alla reception, area wifi, a portare avanti il loro business di import-export arredamento giardino. Magari un contatto importante per il prossimo anno in caso di cambio arredo giardini villa. Laurence assomiglia a Peggy Guggenheim: sorriso pieno, sicurezza evidente e personalità da vendere. La Peggy, nipote di Solomon R. Guggenheim, il proprietario del Museo Guggenheim della Grande Mela che oggi ospita la sua collezione.
In Villa Barrettini c’è stato prima Riccardino con suo padre e sua madre dopodichè l’elegante e raffinato Javier, medico lui, medico la moglie di cui già abbiamo parlato. Escursione con Iknos alle isole e cene in vari ristoranti di Palau e di Porto Rotondo. Compreso Paramare, uno dei ristoranti che consigliamo sempre, al di sotto di Piazza della Rudalza, una delle più belle in Porto Rotondo. Adesso è il turno della Russia con un personaggio sui generis. Pacato e simpatico al solo vedersi. Igor sorride spesso e cerca di farsi capire con il suo inglese stentato. Dalla Russia anche Vasily, responsabile per Kaspersky, che sta passando e passerà in Villa Spargi ben 21 giorni. Molto semplice, adora vivere il mare con la sua famiglia. E’ andato a mangiare come la maggior parte dei nostri ospiti a La Colti, lo splendido stazzu-agriturismo a Cannigione che conclude sempre il tutto con il porceddu cucinato sul sughero. E’ uno dei luoghi prediletti dai nostri ospiti che rimangono colpiti dalla location, dal cibo e dall’ospitalità. Cannigione, piccola frazione di Arzachena, ha avuto la capacità di trasformarsi negli ultimi anni da villaggio di pescatori a meta di turismo internazionale: il suo porto è in grado di ospitare fino a mille imbarcazioni.
Per quanto riguarda i monolocali adesso hanno visto l’ingresso di due famiglie tedesche. I tedeschi sono gli ospiti che apprezzano di più Le Saline e la vista sul mare. La tranquillità, il sole, il sorriso dello staff. C’è in Villa Caprera Regula con il marito e la figlia mentre in Villa Spargiotto c’è una coppietta che si gode la meravigliosa vista sul Golfo delle Saline, soprattutto di notte, quando i velieri lasciano illuminati gli alberi nell’oscurità della piana marina notturna e rimangono le stelle, ferme, in bilico e cadenti.
Rimane qualcuno che beve una bottiglia di vino in compagnia di un’anima piena di stelle cadenti che gli ha appena regalato un libro con su scritta una dedica “Quante espressioni, quanti sguardi non dimenticherò”. Storie di ordinaria follia. L’odore di un libro nuovo…